La storia del blues in Italia è lunga e in molti casi gloriosa, ricca di musicisti che hanno dedicato la propria vita artistica a questo genere senza risparmiarsi e soprattutto scrivendo pagine assolutamente rimarchevoli. A partire da Fabio Treves, sicuramente uno dei precursori, per arrivare poi a Guido Toffoletti e la sua Blues Society, Roberto Ciotti, Tolo Marton, Rudy Rotta e recentemente con il successo (anche americano) di Fabrizio Poggi il blues nostrano è stato ed è una delle migliori realtà in ambito europeo. Ad aggiungersi a questa lista da qualche tempo si è segnalato il sardo Francesco Piu, straordinario personaggio che ha fatto un salto di qualità che ha sinceramente del clamoroso, affermandosi con un suono che non ha proprio nulla da invidiare ai grandi bluesmen d’oltreoceano. E questo “The Cann O’Now Sessions” sta a testimoniare quanta energia, quanta passione e quanto amore per i suoni ‘neri’ ci sia nella musica di Francesco Piu. Inciso durante una serie di sessions ‘a km zero’, usando studi di registrazione e musicisti totalmente sardi, l’album è un meraviglioso viaggio in un blues venato da funk, soul, gospel e rock, energetico, vibrante e febbricitante, interpretato con una grinta e un talento che traspare veramente da ogni nota. La maggior parte del materiale è originale, con la presenza di un paio di cover e di altrettanti traditional ad accrescere una selezione che subito conquista per perizia strumentale, indiscusso e travolgente feeling e una naturale propensione per i suoni del Delta e del ‘deep south’ in generale. Sanguigno come il forte vino sardo a cui è intitolato (con tanta intelligenza ed ironia), “The Cann O’Now Sessions” è certamente IL disco blues dell’anno per quanto riguarda il panorama italiano. Stra-consigliato (Remo Ricaldone)