Amy HelmEssere figli d’arte non è mai una cosa facile. Rapportarsi con genitori celebri ed affermati, acclamati per aver contribuito in maniera fattiva alla storia musicale è per molti un’impresa improba che condiziona e fa tremare i polsi. Molti cercano di distanziarsi musicalmente dai genitori (o in qualche caso, nonni), altri ne seguono le orme in maniera fedele ma comunque i paragoni risultano sempre scomodi ed impegnativi. Il caso di Amy Helm, figlia del leggendario Levon, batterista e una delle menti della Band di Robbie Robertson, oltre che negli anni seguenti lo scioglimento del gruppo figura centrale delle commistioni tra country e soul, folk e rock, blues e gospel, è quello di un’artista che ha sempre seguito le orme del padre collaborando fattivamente alle sue iniziative ma che al tempo stesso ha saputo ritagliarsi i propri spazi vitali. Prima con la band Ollabelle, combo dedito alla rivisitazione delle radici in maniera acustica e personale ancorchè alternativa, poi protagonista con il padre nelle vibranti serate denominate Midnight Ramble Concerts, Amy ha costruito un suono profondamente legato al Sud, in tutte le forme presenti in quelle fertili terre, sia legato alla tradizione ‘bianca’ che a quella blues, rhythm’n’blues e gospel. “Didn’t It Rain” è quindi un disco di esordio inevitabilmente già maturo e completo, principalmente legato a questi ultimi suoni ma sicuramente godibile per chi segue la musica americana a più ampio raggio. Il disco è brillante, vitale, interpretato con il cuore, a partire da una maestosa versione di “Didn’t It Rain”, traditional portato alla notorietà da Big Mama Thornton e ripreso da un numero grandissimo di musicisti, qui in un arrangiamento sincopato quasi come se fossimo a New Orleans. Soprattutto la prima parte del disco è da incorniciare, con la godibile “Rescue Me”, la splendida cover di “Good News” di Sam Cooke, “Deep Water” tra le più belle dell’album, pura poesia, “Spend Our Last Dime” di Martha Scanlon, la soul ballad “Sky’s Falling”che riporta in mente Bonnie Raitt e l’acustica e tersa “Gentling Me” composta da Mary Gauthier e Beth Nielsen Chapman. “Didn’t It Rain” è prodotto con estrema bravura da Byron Isaacs, già negli Ollabelle con Amy, che firma con la protagonista una buona parte degli originali e si distingue per un bel lavoro a basso, chitarre e percussioni. In queste consigliate session appaiono poi nelle sue ultime registrazioni Levon Helm (scomparso nel 2012) e poi Bill Payne dei Little Feat, le voci di Allison Moorer e Teresa Williams e alle chitarre Larry Campbell, già guida artistica delle citate Midnight Ramble. (Remo Ricaldone)