Un punto di riferimento basilare. Una garanzia di genuinità e di profondo rispetto nei confronti della tradizione country e dei suoi sviluppi che, negli anni, hanno visto sbocciare stili indissolubilmente legati al suono americano come il rock’n’roll e la sua versione più ‘rurale’, il rockabilly. Dale Watson continua ad avere quell’entusiasmo e quella vitalità che non sono stati scalfiti dagli anni, in una carriera lunga più di venticinque anni e ricca di dischi che magari non hanno scalato le classifiche ma che hanno contribuito a forgiare uno stile. Il musicista di Birmingham, Alabama ma a tutti gli effetti un ‘honorary Texan’ ha saputo interpretare magistralmente, rendendole credibili e reali, le tematiche care al mondo country ‘classico’, la vita movimentata e talvolta amara degli honky tonk bars, quella legata al mito della strada e quella collegata ai treni. Vite scandite da tradimenti, disillusioni, speranze e sofferenze, un bagaglio culturale veramente di primo piano interpretato con la sua ormai proverbiale voce, profonda e modulata. La sua è una discografia ricca che ciclicamente torna sugli argomenti a lui cari e sicuramente non si può prescindere dai tre capitoli dedicati alle ‘truck songs’ (“The Truckin’ Sessions”, volumi pubblicati nel 1998, 2009 e 2015), amore profondo nella più pura tradizione. La fascinazione per il cinema lo ha portato anche ad interpretare piccoli ma interessanti ruoli in produzioni indipendenti e ne ha sottolineato la variegata personalità, sempre attenta a cogliere aspetti tipici della vita americana, romantici e nostalgici. La vita ha spesso mostrato a Dale Watson il suo lato più drammatico e duro, rendendolo nonostante tutto ancora più determinato e granitico, incrollabile e sempre autorevole. Chi ancora non ne conoscesse le doti artistiche ed umane può orientarsi nel suo mondo musicale magari iniziando a gustare i suoi primi singoli inseriti in quei bei compendi di country music westcoastiana che furono i due volumi di “A Town South Of Bakersfield” per poi proseguire con le “Truckin’ Sessions” (unite in un appetibile box se volete) ed immergervi in un rigenerante bagno nelle radici rockabilly di “The Sun Sessions” e apprezzare il suo impatto live in qualcuno dei suoi dischi registrati in concerto. Il suo nome è comunque sia una garanzia e qualsiasi cosa troviate in giro vale la pena di essere ascoltato a gustato fino in fondo. (Remo Ricaldone)