Le cosiddette Buscadero Nights del 2018 al Folk Club di Torino si aprono con un appuntamento importante ed atteso: Thom Chacon, tra i più interessanti songwriters americani che chiude il suo tour con un eccellente concerto nello storico ‘scantinato’ subalpino, teatro di mille e mille serate all’insegna della tradizione e della musica d’autore. Con il consueto calore e la vicinanza fisica del pubblico al palco, Thom Chacon è stato accolto e accompagnato in un concerto in cui il musicista di Durango, Colorado è stato supportato da un notevolissimo Paolo Ercoli al dobro e alla pedal steel guitar. Storie di confine, di immigrazione e sofferenza, storie in cui il west non risulta mai edulcorato o mitizzato ma riveste il suo ruolo di luogo selvaggio, duro, sempre e comunque profondamente affascinante e poetico. L’inevitabile tocco autobiografico si unisce all’osservazione della realtà complicata di questi anni e nelle storie di Thom Chacon emergono con forza e profonda sensibilità, esaltate sul palco da un approccio forte ed orgoglioso, personaggi dalla grande solidarietà, voglia di libertà e forti legami famigliari. Naturalmente il fulcro della ‘scaletta’ in programma è il nuovo disco, quel “Blood In The USA” recentissimamente pubblicato dall’italiana Appaloosa ma non mancano alcuni gioiellini dal precedente album omonimo, con “Innocent Man”, “Juarez, Mexico” e “Big River” veramente da pelle d’oca. Molte comunque sono le sorprese, rappresentate da alcune cover d’autore che mostrano le passioni e le influenze di Thom, da “Two Hearts” di Bruce Springsteen (il cui “Nebraska” a detta dello stesso Chacon è uno dei suoi ‘life changin’ albums’) a “Grandpa Was A Carpenter” di John Prine fino ad una emozionante “Even The Losers” di Tom Petty. Una serata da ricordare a lungo per l’intensità, l’umanità e la sincerità di un personaggio che sicuramente farà ancora parlare di se, una serata che ci porteremo a lungo nel cuore.(Remo Ricaldone)