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Certamente Chicago non è passata alla storia per la country music avendo legato il proprio nome al blues più elettrico e lancinante ma la cosiddetta ‘Windy City’ vanta una eccellente scena folk (è la sede della rinomata Old Town School of Folk Music) e in tempi più recenti molti artisti della scena ‘alternative country’ l’hanno scelta come propria sede. Anna Fermin e i suoi Trigger Gospel proprio quest’anno celebrano i ventanni di attività, un traguardo tagliato riunendo la band originaria ed incidendo questo interessante “You Belong Here”, unendo, in quello che tranquillamente possiamo inserire nel filone ‘americana’, country music e inflessioni blues/soul. Anna Fermin è una cantante dalla voce intensa e calda, sensuale e capace di toccare le corde più profonde, la band (Paul Bivans alla batteria, Michael Krayniak al basso, Andon Davis alle chitarre e Alton Smith alle tastiere) un perfetto supporto in grado di proporre in maniera credibile le proprie ‘pulsioni’ blues e country. Negli anni i Trigger Gospel hanno condiviso il palco con nomi di grande rilievo come Johnny Cash, Steve Earle, Joe Ely, David Crosby, Delbert McClinton e molti altri ma purtroppo non hanno mai sfondato commercialmente, rimanendo una ‘cult band’ con una solida base di fan. “You Belong Here” è quasi interamente composto dalla stessa Anna Fermin a dimostrazione di una vena forse non particolarmente fertile (sei album all’attivo con questo lavoro che arriva ad otto anni dal precedente) ma rimasta ispirata nel corso degli anni. Unica cover la conclusiva “You Could Walked Around The World” firmata da Butch Hancock, omaggio ad uno storyteller la cui sensibilità è nel cuore di Anna Fermin. Molti sono i momenti su cui è giusto soffermarsi, da “Land Of The Long White Cloud”, trascinante tributo alla Nuova Zelanda scritto dopo un suo viaggio ‘down under’ alla title-track “You Belong Here” ispirata dalla visione del film indipendente “Once” con Glen Hansard e Marketa Inglova, ballata melodiosa e accorata, con la delicata “Forget The Rest” i cui inserimenti di mandolino e accordion sono pura poesia. “Flyin’” è invece la più country, un gustoso omaggio ad alcuni dei suoi musicisti preferiti, da Buck Owens a George Jones, da Loretta Lynn a Patsy Cline fino a Merle Haggard mentre “Great Days” può entrare nel novero delle grandi ballate pianistiche nel solco delle migliori cantautrici americane e “One Last Drag” e “You Got Me” entrano nei territori blues e soul con infinito gusto e grazia. Un lavoro piacevolissimo che merita di far conoscere Anna Fermin e i suoi Trigger Gospel ad un pubblico più ampio.(Remo Ricaldone)