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La crescita, il “Rumspringa”. Come crescono, come si integrano, come convivono con la nostra “civiltà”

A differenza di altre realtà religiose, gli amish devono conoscere il mondo che li circonda.Finita la scuola, per molti ragazzi e ragazze comincia il periodo detto di “Rumspringa”. Rumspringa significa “saltare in giro” e indica il periodo in cui le famiglie allentano il controllo sui figli. Questi si mischiano ai loro coetanei, possono uscire con ragazzi e ragazze, viaggiano, vanno a ballare in jeans, bevono alcolici e possono sperimentare tutto quanto è comune per i non Amish. In tal modo la comunità Amish vuole assicurarsi che la professione di fede, che saranno chiamati a fare nel giro di qualche anno, sia sincera e consapevole di ciò a cui rinunciano. Di 100 ragazzi e ragazze che vanno Rumspringa (periodo che dura qualche anno), “tornano a casa” 80-90, pronti per unirsi alla comunità e sposarne le regole severe.
Per loro la tecnologia non è dannosa di per sé ma è l’uso smodato e acritico da parte dell’uomo che viene condannato. Di fronte a una scelta tra moderno o non moderno gli Amish scelgono solitamente ciò che salvaguarda la salute fisica e morale della famiglia.
Parlando con gli amish emerge chiaramente che l’evangelizzazione è uno dei punti di grande divergenza rispetto ad altre chiese. Amano confrontarsi ma ritengono che non sia loro dovere o compito diffondere presso altri i principi della loro fede. Di fronte a domande corrette e rispettose nei confronti del loro modo di vivere i loro sguardi si illuminano e dopo una prima fase di sorpresa nel sentirsi porre domande da parte di un italiano rispondono volentieri e, con una tranquillità ed una serenità d’animo talvolta quasi spiazzanti, riescono a farci riflettere sul nostro frenetico modo di vivere.
Hanno supermercati e spacci in cui rivendono anche ai “non amish” i loro prodotti. Particolarmente interessanti giochi rigorosamente in legno realizzati con cura e grande maestria. Nel Wisconsin poi la loro produzione primaria è il formaggio e chi ha la fortuna di passare da quelle parti deve assolutamente assaggiare il blue cheese, una sorta di gongorzola assolutamente da non perdere.
Sono comunità da conoscere ed è molto interessante, soprattutto dal punto di vista culturale scambiare quattro chiacchiere con qualcuno di loro. (Stefano Castellari)