1932737_601664343262099_1878279737_oIn attesa di raccontarvi il concerto di Colorado Springs ecco la biografia di Alan Jackson:
Alan Eugene Jackson nasce il 17 ottobre del 1958 a Newnan, nel cuore della Georgia. Quinto di cinque figli, il giovane Alan eredita dalla madre Ruth la passione per la musica, mentre il padre Eugene, meccanico, gli fa scoprire il mondo dei motori. Dopo il diploma alla High School di Newnan, Alan si cimenta nella poco probabile carriera di venditore di auto, mestiere che alterna a quello di conduttore di carrelli elevatori. Ovviamente la sua grande passione rimane la musica country, che in questa parte degli Stati Uniti domina stazioni radiofoniche ed emittenti televisive. Grazie ad un fortunoso incontro con Glen Campbell gli vengono aperte le prime porte di Nashville, città dove Alan si trasferisce con la moglie Denise, per seguire la sua strada di musicista. In questo periodo Alan Jackson scrive parecchie canzoni e si esibisce negli innumerevoli clubs di Music City aspettando la buona occasione per diventare professionista. Occasione che immancabilmente arriva quando l’Arista, etichetta rock newyorkese, decide di aprire un ufficio a Nashville col compito di occuparsi di country music. Alan si presenta per un provino ed immediatamente diventa il primo cantante country a firmare per la casa discografica.coverInoltre questa etichetta lo affida a Keith Stegall, uno dei suoi più promettenti producers, dando così vita a quella collaborazione (Jackson/Stegall) che porterà Alan Jackson a vendere quasi 55 milioni di albums. Nel 1989 esce il primo singolo dal titolo Blue Blooded Woman, che arriva al 45° posto delle classifiche. L’anno successivo Alan raggiunge il primo posto con I’d Love You All Over Again, in concomitanza con l’uscita del suo primo album Here In The Real World che rimarrà in classifica per 6 mesi. L’album contiene alcune delle più belle canzoni di Alan, per esempio l’autobiografica Chasin That Neon Rainbow oppure la title track Here In The Real World. Nel 1991 l’Arista pubblica il secondo disco dal titolo Don’t Rock The Juke-box che grazie a brani particolarmente indovinati balza in testa alle classifiche. Fra tutti ricordiamo Midnight In Montgomery, dove si parla di una suggestiva visita alla tomba di Hank Williams durante una notte di tempesta, oppure Don’t Rock The Jukebox, doveroso omaggio a George Jones, vero ispiratore della musica di Alan Jackson. Vale la pena di citare fra le migliori canzoni di Don’t Rock The Jukebox anche Dallas scritta da Jackson durante un tour nel Texas.Nel giro di alcuni mesi l’album raggiunge i due milioni di copie vendute ed Alan Jackson diventa definitivamente uno dei grandi della country music. La conferma a questa sua innata tendenza a sfornare albums di successo giunge nel 1993 con l’uscita del terzo album A Lot About Livin’ And A Little About Love. Il brano Chattahoochee diventa l’inno di un nuovo stile di ballo dal nome di ‘line dance’ che imperversa nei locali ‘country’ Europei. Sull’onda degli ottimi risultati ottenuti ed in occasione delle imminenti festività natalizie,l’Arista pubblica il Christmas album di Jackson dal titolo Honky Tonk Christmas.
1980354_601783436583523_1564693298_oNel 1994 Alan puntualmente ritorna in testa alle charts con la sua quinta fatica discografica che si intitola Who I Am. I brani più significativi sono la dolcissima Livin On Love e Gone Country che, come il titolo suggerisce, è un vero e proprio manifesto sui valori della vita ‘country’. A questo punto è d’obbligo l’uscita di un Greatest Hits, cosa che avviene nel 1995. L’album contiene 18 successi più due inediti: Try e Tall Tall Trees vecchio, ma sempre fantastico, brano di Roger Miller. Breve pausa di riflessione e nel 1996 esce il settimo album di Alan dal titolo Everything I Love. Probabilmente si tratta dell’album più bello del nostro singer/songwriter, grazie all’incredibile qualità di tutte le canzoni. Brani quali Little Bitty, Buicks To The Moon, Between The Devil And Me e There Goes sono tutti potenziali hits ed è davvero difficile trovare tanti pezzi così validi racchiusi in un solo album. Gli anni 90 si chiudono con altri due albums di grandissimo successo High Mileage (1998) e Under The Influence del 1999. Il nuovo secolo di apre con When Somebody Loves You, prodotto sempre dal fedelissimo Keith Stegall. L’album diventa subito di platino e il singolo It’s Alright To Be A Redneck balza in testa a tutte le charts. Nel 2002 esce Drive che contiene Where Were You (When The World Stopped Turning) e nel 2004, sempre per l’Arista Nashville, Alan Jackson pubblica What I Do.
DrivealanjacksonLa carriera del singer di Newnan prosegue con una serie di albums (Like Red On A Rose del 2006, Good Times del 2008, Freight Train del 2010, Thirty Miles West del 2012 e The Bluegrass Album del 2013) che nulla tolgono e nulla aggiungono alla grandezza del personaggio. Fedele interprete della linea musicale tipica dei new traditionalists, Alan Jackson rimane oggi un baluardo per coloro che amano la grande country music. Una musica moderna ma non troppo, con basso, batteria e chitarra elettrica ma ancora regolata dai ritmi della steel e del fiddle.

P.S
Esiste un cd intitolato New Traditional e pubblicato nel 1992, che contiene 11 brani incisi da Alan Jackson nel perido pre-Arista. Si tratta di un dischetto di provenienza Giapponese(?). Inoltre Alan Jackson ha pubblicato i seguenti albums: Precious Memories (2006), Precious Memories II (2013), Let It Be Christmas (2002), Live At Texas Stadium with George Strait e Jimmy Buffett (2007) più almeno 10 greatest hits.
(Gianluca Sitta)